Erika Pellicci
Chi sono
Erika Pellicci nata a Barga nel luglio del 1992 residente in un piccolo paesino di Lucca, ha frequentato l'istituto Sismondi nella sezione Grafica Pubblicitaria e dopo diplomatasi ha seguito diverse via riguardante il campo artistico:
dal 2011 fino ad adesso segue i corsi di sartoria al CentroTrimoda a San Concordio-Altopascio;
2012 seguiti i corsi di Antonio Lorenzo Falbo di videomaker;
2012 ha incominciato L'Accademia di Belle Arti a Firenze nella sezione “pittura”.
Perché e come ho iniziato a fotografare
Iniziai a fotografare all'età di sei anni con una Olympus analogica che mi fu regalata dai miei fratelli, a quell'età non potevo neancora capire bene il suo funzionamento e la bellezza che ci sarebbe stata dietro, semplicemente scattavo senza tregua. Ripresi la macchina fotografica in mano quando ormai la pellicola inziava ad esser svalutata e l'era digitale aveva fatto capolino, ho iniziato con i selfportrait, imprecisi e casuali con una semplice compatta digitale. La vera magia l'ho inziata a percepire quando ho incominciato a studiarla alle superiori grazie al professore ,e tutt'ora per me mentore e fonte d'ispirazione, M. Col tempo studiandola e con la pratica ho imparato a capire che tramite la fotografia si poteva aprire una via verso il mio mondo. Con la fotografia lavoro sopratutto su me stessa, alla ricerca di una consapevolezza emotiva che io non posso vedere perché non posso guardarmi esternamente. Quello che cerco nelle mie foto è semplicemente l'espressività, un'espressività che viene rilasciata da un'emozione sentita o da gesti di piccola abitudine quotidiana. Le foto semplici mi stuccano, perché non sono semplici e non c'è niente di veramente vero dietro quel trucco pesante e i capelli messi bene. In torno a me vedo tante foto belle, con belle ragazze , ma nessuna di quelle espressioni sono naturali e semplici. Ti può appagare l'occhio per un certo periodo di tempo ma non ti lasciano niente dentro.. Si scatta quando si sente qualcosa al petto, quel qualcosa che non ti fa respirare per pochi millesimi di secondo, ed è quel qualcosa che fa uscire quella che io chiamo arte e passione.
Da poco ho riniziato a scoprire il mondo analogico con le simpatiche macchine fotografiche della Lomo, per ora sono solo prove e quando ci prenderò più confidenza vorrei sperimentare sempre il lavoro che sto facendo su me stessa.