Giuseppe Faienza
Chi sono
Dal 2002 dirigo il Fotoclub Mercantori di Prato, dal 2007 conduco un corso di 70 ore in 9 mesi per conto della Circoscrizione del Comune di Prato. Dal 2006 mi occupo sporadicamente di fotografia commerciale e cerimoniale come libero professionista.
Perché e come ho iniziato a fotografare
…intensa.
Dal 1968 in una famiglia con 5 fratelli ci sono sempre state macchine fotografiche in casa, purtroppo fin da piccolo non volevo apparire in fotografia, scappavo mi coprivo e mi nascondevo. Per caso nel 1987 ho ricevuto una Polaroid e successivamente una reflex a pellicola, poi altre piccole macchinette che usavo ogni giorno. Durante il servizio militare nei paracadutisti portai a casa oltre 1200 diapositive in 365 giorni. Da allora non ho più smesso di produrre almeno un rullino a settimana di stampe e diapositive, solo colore e soggetti urbani e di paesaggio. Poi dal 1999 ho acquistato una prosumer Olympus digitale con la quale ho scattato in giro per il mondo e i professionisti a cui mostravo le stampe derivate mi chiedevano se avevo una grossa reflex digitale, perché le macro di fiori 1:1 e il progetto sulle cave di marmo erano veramente splendide. Mi occupo di fotografia commerciale solo tramite passaparola. Alla mia 5D si è bloccato lo specchio e il 24-105 si è bloccato come di norma dopo gli oltre 200mila scatti, riparo tutto o mi prendo una nuova 6D, forse dovrei smettere?
Il progetto che presento è nato non perché ero senza macchina fotografica ma perché era un esperimento che “rimuginava nei miei occhi” da tempo. Trovato il sistema ci ho dedicato qualche ora e il risultato mi è piaciuto molto, subito. Presentato agli amici ha avuto successo per via della insolita visione e del sistema utilizzato, tra l’altro non rivelato, e ho sentito idee di ogni genere sulla tecnica utilizzata secondo loro. Le immagini iniziali erano solo prove con la mia faccia spiaccicato sullo scanner in movimento. Poi ho fatto altri esperimenti con oggetti per vedere anche il limite ottico degli apparecchi. Successivamente ho acquistato uno scanner portatile a scorrimento manuale, con questo oggetto tutto si è trasformato e ho pensato all’artista britannico David Hockney che componeva le sue immagini con decine di polaroids e ho trovato una somiglianza progettuale. Poi ho ritentato delle scansioni della mia faccia con diverse modalità e ho ottenuto un risultato interessante. Ho pensato sulle motivazioni più intime che mi hanno spinto a proseguire la ricerca e a selezionarne alcune per questa occasione, mostrarmi come non avevo mai fatto. Una visione che seziona e analizza da vicino gli aspetti del soggetto ripreso. La tecnica è la più semplice immaginabile, passare il soggetto sul vetro dello scanner durante la scansione o utilizzare uno scanner manuale da trascinare sulla zona interessata. La velocità e la direzione della scansione sono la parte creativa durante il procedimento. Ho pensato di presentare per la prima volta e in esclusiva questo progetto a Lucca in una splendida occasione e in una meravigliosa città.