Luciana Latte
Biografia di Luciana Latte
Tre regole mi caratterizzano:
regola numero uno: siate innamorati, lavoro e passione sono sinonimi.
Regola numero due: siate curiosi; ho un’ estrema continua necessità di scattare per strada, la gente, i vicoli, le strade, le storie la quotidianità, la vita. Vivo a Napoli dove sono nata nel 1970. Ma spesso e volentieri avverto il direttore quando già sono in aeroporto pronta a partire per la prossima missione fotografica. Ultime avventure, gennaio 2013, Thailandia, febbraio 2013 Benin. Quando sono ancorata alla città, invece, non dimentico le sperimentazioni espressive del linguaggio fotografico, partecipo a mostre ed esposizioni. Regola numero tre: siate creativi.
Tre regole ed una sfida: continuare a scattare sempre.
Partecipazioni:
16-12-2011: Corso"Avviciniamoci alla fotografia"presso Liceo Umberto I Napoli
21-12-2011: Seminario"Motion Capture Examples of Experimental Photography"all'interno del Corso COMPUTER SKILLS(Qualifyng Examination) tenuto dalla Prof.Laura Carlomagno nell'ambito del corso di Laurea Architecture- Interior Design and Fot Authonomy-presso la Facoltà di Architettura"Luigi Vanvitelli"della seconda Università degli Studi di Napoli.
Anno 2012 “Arti energetiche in movimento” Museo del sottosuolo Napoli.
Anno 2013- Pan- Palazzo delle Arti Napoli- The Innocent-
Anno 2014- Suor Orsola Benincasa “Napoletanità”.
Anno 2015- Libro “Oltre lo sguardo”. Pan- Palazzo delle Arti Napoli
Uncommon.
Di Luciana Latte.
Uncommon è il proseguimento di un mio progetto sugli "innocenti".
Uncommon in una società occidentale.
Uncommon nel nostro comune, nella nostra quotidianità.
Uncommon e Innocent sono gli unici vocaboli che scorrono il pensiero veloce della mia vita.
Perché' il loro unico difetto è essere nati in un posto dimenticato, nonostante gli innumerevoli aiuti ricevuti dai tanti.
Uncommon è uno status quo dove la sofferenza e l'abbandono sono all'ordine del giorno.
Solo immedesimandoci nel loro vivere, riusciamo a comprendere che la vita, la loro vita non è altro che come la nostra.
Perché ancora una volta diventiamo spettatori di questo popolo, spettatori inconsapevoli, per quanto se ne parli, di tanta sofferenza. Probabilmente l’innocenza è troppo elevata perché un essere umano la raggiunga pienamente se non in casi eccezionali che riguardano appunto solo pochi individui straordinari.”