Massimo Pelagagge
PERCHE’ E COME HO INIZIATO A FOTOGRAFARE:
Ho iniziato a fotografare a 18 anni sperimentando, da autodidatta, la stampa in camera oscura. I temi affrontati in questo periodo erano quelli dello sport, la natura e la fotografia di viaggio.
Sono iscritto alla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) dal 2006 e alla FIAP (Federazione Fotografica Internazionale) dal 2015 ed ho raccolto vari successi in concorsi fotografici nazionali ed internazionali con oltre trecento ammissioni e premi vari.(Miglior autore , medaglie argento, bronzo, onorevoli menzioni, primi premi). Ho ricevuto l’onorificenza A.F.I. (Artista della fotografia Italiana) nel 2014 ed ho partecipato a molte mostre fotografiche.
I miei interessi fotografici spaziano in molti ambiti, dal ritratto, alla foto di architettura, alla macrofotografia, al paesaggio che senza dubbio è il tema preferito. Utilizzo indifferentemente sia il bianco e nero che il colore, per restituire la magia del paesaggio con l’uso della luce colta nei vari momenti del giorno per esaltata dalla composizione della immagine.
Effettuo anche fotografia di reportage ed ultimamente mi sto dedicando alla fotografia stenopeica.
RICONOSCIMENTI OTTENUTI NEL CAMPO DELLA FOTOGRAFIA:
Onoreficenza A.F.I. (Artista della fotogr. Italiana) nel 2014.
2015: 3rd Danubius International Photo Art Salon Best of CF
Best autor ,RPS Bronze Medal,PSA Ribbon, AAFR Ribbon
2014: NFI-Foto-Meisterschaft 2014, 2° Posto
2° circuito internazionale “8 marzo fotografia”
2° Trofeo il cassero, Honorevole Mention
5° Trofeo Città di Montevarchi, Honorevole Mention
1st International Exhibition of Art Photography – Prilep, Bronze Medal
58° DUM DUM HM, Honorevole Mention
11° International Salon of Photographic Art Bucovina The IIIrd Millenium Silver Medal
Massimo Pelagagge – Doveva essere proprio un bel posto
“Non è un paese per vecchi” era il titolo di un celebre film e questo, il luogo raccontato da Massimo
Pelagagge, non è un “paese per matti”. Perché il manicomio non è un luogo, non lo è mai stato ed in
seguito alla sua chiusura è divenuto piuttosto un non-luogo, e mai come ora un spazio di passaggio.
Potrebbe piuttosto definirsi “paesaggio” questo insieme di stanze e pareti, e a ben guardare pare di
scorgere il fotografo che guarda in lontananza da un punto all’altro dello spazio, cercandone
affannosamente l’orizzonte.
Massimo Pelagagge predilige quella che si usa definire “landscape’s photography”, che inizia ad abbracciare
sin dalla giovanissima età da autodidatta con la stampa in camera oscura.
Usa il b/n per narrare quella che a tutti gli effetti appare come una storia, o meglio un amalgama di storie,
delle quali sembra di ascoltare le voci e le parole. Parole scritte sui muri, campeggiano lungo tutto lo spazio,
esprimono pensieri.
Sono i sentimenti dei writers, lì lasciati come monito per ricordare che quello sarebbe dovuto essere un
luogo, un bel posto ricco di umanità differenti e attraenti.
Solitudine, rabbia, depressione. I writers hanno dato voce ai sentimenti di coloro che non ci sono più, e così
questo è divenuto un posto per riflettere, un monumento alla dignità che non dev’essere mai violentata.
Massimo Pelagagge è un fotografo sensibile ed al contempo misurato, capace di restituire con “distaccata
vicinanza” la realtà raccontata. Si legge in questi scatti un interesse ed una predisposizione per la fotografia
d’architettura, in quanto gli spazi sono raccontati nella loro fisicità a 360°. Inquadrature d’ampio respiro,
che svelano spazi altri, scenari che sono come quinte di un teatro. Vi si notano con chiarezza le strutture, le
linee e le forme e, con raffinata maestria, lo spazio si sposa alle parole che divengono anch’esse parte
integrante del tutto.
“Questo doveva essere proprio un bel posto, immerso nel verde e pieno di gente sobria, un po’ come noi,
solo che magari la pensavano e la vedevano in maniera leggermente diversa da noi. I loro pensieri tra simili
e noi là fuori a pensare a loro e loro qui dentro a pensare a noi là fuori, immaginando un mondo diverso che
non c’è.”
Ilaria Sciadi Adel
http://www.pholio.it/massimo-pelagagge-doveva-essere-proprio-un-bel-posto/