Federico Montaldo
PERCHE’ E COME HO INIZIATO A FOTOGRAFARE:
Mi sono appassionato alla fotografia negli anni ’80, quasi per gioco. Avevo installato una camera oscura e mi divertivo a sviluppare i negativi e stampare le fotografie per gli amici e i familiari. In seguito l’impegno si è incrementato, specie da quando ha aderito al Circolo Fotografico 36° Fotogramma di Genova, con cui abbiamo realizzato e portiamo avanti molte iniziative: reportages, mostre, workshop, corsi ecc. Progetti e iniziative personali L’Aquila Ferita: Reportage dai luoghi del terremoto, 2012 (Mostra Camogli, Castel Dragone, 2012 e catalogo), Iniziative in associazione (Circolo 36° Fotogramma): • Donna Faber, Lavori maschili, sessismo e altri stereotipi, progetto fotografico in collaborazione con il Laboratorio di Sociologia visuale dell’Università di Genova, Palazzo Ducale (2013), Trento, Liceo Buonarroti (2014); Chicago, University of Illinois (2015); • Il Treno della Memoria, Reportage da Auschwitz e Birkenau, Genova, con il patrocinio del Centro Culturale Primo Levi e Goethe-Institut, Spazio Polivalente Cinema Sivori e Camogli, Istituto Nautico (2014), Bogliasco, Sala Berto Ferrari (2015); • Srebrenica 1995-2015, Genova, Palazzo Ducale, in collaborazione con Centro Culturale Primo Levi e Genova Palazzo Ducale, Fondazione per la Cultura (2015); • 36 Istanti alla Capanne, mostra fotografica in collaborazione con l’Ente Parco delle Capanne di Marcarolo, presso l’ecomuseo del Parco (2015).
RICONOSCIMENTI OTTENUTI NEL CAMPO DELLA FOTOGRAFIA
- Selezionato per Circuito LUCCA OFF 2016 - Selezionato per URBAN 2017, Trieste Photo Days - Photo Award and Exhibition (Mostra a Cracovia, Polonia)
Titolo del lavoro presentato:
“GENTE DI BOTTEGA”
Descrizione del lavoro presentato:
Il contro storico di Genova è un dedalo di strade, stradine, vicoli (i famosi “caruggi”), un tempo cuore pulsante della città e baricentro del commercio. Il progressivo abbandono della città vecchia e l’incuria in cui per troppi anni è stata lasciata – che si sta faticosamente tentando di invertire – ne ha trasformato il tessuto sociale. Le vecchie botteghe che ancora oggi resistono sono divenute “storiche”, inserite nelle guide turistiche come siti da visitare, al pari dei musei e dei palazzi. Le altre, quando non chiuse per sempre, hanno passato la mano ai piccoli commerci delle sopraggiunte comunità etniche che costituiscono buona parte della nuova popolazione della città vecchia. Le une e le altre cercano di sopravvivere, resistendo alla concorrenza del commercio massificato dei grandi e piccoli supermercati e centri commerciali.