Patrizia Mori
PERCHE’ E COME HO INIZIATO A FOTOGRAFARE:
Sono nata a Siena nel 1955. Ho sempre frequentato l'arte da spettatrice e sperimentata da amatore, iniziando con la pittura, il teatro e poi, dal 2006, la fotografia. Alla fotografia sono arrivata tardi, dopo i cinquant’anni, iniziando a seguire vari corsi e workshop, fra cui quelli con Antonio Manta, Vanessa Rusci, Ivano Bolondi ed Eolo Perfido. Sono affascinata dal lavoro di Salgado, Nino Migliori, Francesca Woodman e Luigi Ghirri, che considero il mio riferimento principale, per la capacità di trovare la poesia delle piccole cose quotidiane. Nella mia ricerca evito gli artifici di un estetismo fine a se stesso e cerco soprattutto la storia, il racconto che nasce quasi sempre prima degli scatti, e trova forma nelle cose che si fanno indagare. Mi piace il bianco-nero, il nero chiuso e il bianco assoluto, ma mi affasciana anche il colore. La costante necessità di nuovi traguardi, nuove sperimentazioni e nuove idee è ciò che mi muove incessantemente.
RICONOSCIMENTI OTTENUTI NEL CAMPO DELLA FOTOGRAFIA:
Mostre personali
2015
E’ nell’acqua che ti ricerco, vita, PAM Photo Annual Meeting Iglesias e Photolux Festival Lucca – circuito off (con testo critico di Alessandra Frosini)
Coincidenze significative, a cura di Flavia Motulese, Satura Art Gallery, Genova
2014
Inevitabili metamorfosi, Museo civico Montepulciano
Ritratto di un popolo – Maramures, Museo civico di Montepulciano
Io sono. Ma chi sono?, Photolux Festival Lucca – Circuito off
2012
E adesso io? a cura di Lucia Miodini – BAM Bottega Antonio Manta – Montevarchi (AR)
2010
Birmania – Vibrazioni positive. Madagascar appunti di viaggio, a cura di Gilberto Madioni, Terme Antica Querciolaia – Rapolano Terme (SI)
Mostre collettive
2015
Liberamente, Museo di arte sacra, Greve in Chianti (FI) – (con testo critico di Alessandra Frosini)
Castiglion Fiorentino Fotografia, Castiglion Fiorentino (AR)
2014
Donna fotografo, Associacio Fotografica Canals, Canals (Spagna)
100 ASA, Dondolando arte atelier, Martignana di Po (CR)
2013
Atene Photo Vision, Atene (Grecia)
2011
150esimo Unità d'Italia, Museo dell'Olio Serre di Rapolano (SI)
Incanti d’Ulisse, Circolo fotografico Arno, Figline Valdarno (AR)
2010
Berlino, Sala Consiliare Terranuova Bracciolini (AR)
2009
Love Art, Villa Orsini, Scorzè (VE)
Senza pensieri, Villa Contarini dei Leoni, Mira (VE)
Premi e concorsi
2011
Festival RePhArt (Résidence panafricaine de création e de formation en photografhie d’art au féminin), Abomey, Benin
2010
Premio speciale Murlo 2010 per l'opera “Gli occhi parlano"
Titolo del lavoro presentato:
SO NEAR, SO FAR AWAY
Descrizione del lavoro presentato
Quasi un gioco, per celare, per scoprire, per allontanare la solitudine, per mostrarsi più forti, per svelarsi a piacimento, per essere ciò che si vuole. Attraverso il cellulare ci si può avvicinare e allontanare dagli altri, per superare le insicurezze, proteggendosi dai rischi della vita reale, dalla paura del rifiuto all'ansia da separazione. La comunicazione è un movimento sospeso tra due lontananze in cui il non detto conta quanto il linguaggio verbale e la soglia che si oltrepassa per giungere all'altro, permette di riconoscere le proprie emozioni e sondare la profondità della propria dimensione interiore.
I ragazzi ritratti, illuminati solo dalla luce della pila del cellulare, sono isolati in un cono di luce - quasi un occhio di bue teatrale – nella solitudine di uno spazio buio di un nero chiuso, che evoca l'assenza dell'altro. E' il riflettersi della luce e dello stesso strumento come interrogazione del reale, un gioco di specchi che narra del ribaltamento dell'azione, dal possedere all'essere posseduti. E' uno spazio senza luogo, promessa di un tempo a venire immediato, in cui Patrizia Mori opera la sua investigazione sociale per sequenze bloccate in cui l'assenza dell'attesa nelle relazioni si concretizza nell'azzeramento delle immagini interiori, proprio nell'età della costruzione dell' identità.
Sguardi e atteggiamenti dicono dello stupore, dell'illusione, della sfida, del piacere, dell'idealizzazione mentale di ciò che è al di là. Quasi un gioco la fusione fra interno ed esterno, fra intimo e condiviso, in cui la proiezione di sé e dei propri desideri si perde in questo pulviscolo sonoro che si posa sulle cose.
Alessandra Frosini