Alberto Borrini
Perché e come ho iniziato a fotografare:
fotografavo da ragazzo con una vecchia olimpus om-1 ai tempi della pellicola. Per mille motivi per lungo tempo non ho più fatto nulla, quasi per 35 anni.Da un paio d’anni cioè da quando ho scoperto per caso che anche le macchine fotografiche digitali hanno l’esposimetro (vietato ridere...) è riesploso l’amore per la fotografia.Perchè fotografo?Perchè mi diverte , mi fa stare bene fisicamente e mi aiuta a conoscere sempre di più me stesso.
Riconoscimenti ottenuti nel campo della fotografia:
Partecipato al circuito off del PFF Pontremoli Foto Festival 2017
Partecipato al circuito off Lucca edizione 2017
Titolo del lavoro presentato:
Gymnasium
Descrizione del lavoro presentato:
Il progetto fotografico Gymnasium parte dall'idea di rappresentare uno spazio, quello delle palestre, intese in contrapposizione con quei luoghi che oggi portano tale nome, dedicati esclusivamente al perfezionamento e al potenziamento dell'aspetto fisico.
Proprio per questo motivo, ho deciso di utilizzare, per il mio progetto, il termine latino Gymnasium (dal greco Gymnàsion) originariamente luogo dove i giovani si esercitavano, nudi, nei giochi atletici, e in seguito anche centro di educazione spirituale e di ritrovo.
La palestra considerata come un luogo fortemente antropologico e identitario dove l'attività fisica viene svolta come parte di un percorso formativo, relazionale e collettivo, all’interno di un sistema scolastico che vede, in uno sviluppo omogeneo dell'individuo, l'obiettivo da raggiungere.
Concetto in forte contrapposizione con la pratica dell'attività fisica esercitata nella contemporaneità, dove l'individuo lavora all'ottenimento di un risultato puramente estetico che genera tuttavia anche benessere, in luoghi decisamente più vicini ai “non-luoghi” di Marc Augé. Mi riferisco ai vari centri wellness dove migliaia di persone quotidianamente, si allenano in sale popolatissime, individualmente con attrezzi sofisticati.
Le “mie” palestre, ad un primo sguardo povere e vuote, restituiscono l'identità storica che le caratterizza. Ognuno di noi nel seguire le linee geometriche, i tracciati e le spartane attrezzature presenti in questi luoghi, inevitabilmente, andrà a colmare il vuoto fotografico, con i propri ricordi ed emozioni ripopolandole così di volti noti (forse dimenticati…) e di situazioni vissute.