Stefano Valori
Perché e come ho iniziato a fotografare:
Ho iniziato a fare fotografie dopo un viaggio umanitario in Uganda: in quell’occasione mi trovai a fotografare, con una macchina fotografica compatta Fuji a pellicola, un gruppo di cacciatori del posto, che tornavano al loro villaggio dopo una battuta di caccia effettuata con frecce, lance e reti.
Tornato a casa e viste quelle foto, un mio amico mi convinse a comprarmi una reflex, iscrivermi a un corso di fotografia e cominciare a fare foto in maniera più “seria”.
Così sono entrato nel mondo della fotografia e mi sono appassionato a questa fantastica arte.
Riconoscimenti ottenuti nel campo della fotografia:
Ho partecipato a vari workshop sul tema della street photography e sulla foto di viaggio.
Alcune mie fotografie sono state pubblicate sulla cronaca locale di alcuni quotidiani (Il Tirreno e la Nazione), siti web e riviste culturali tra cui Il Grande Vetro.
Ho esposto i miei lavori in mostre personali e collettive.
Ho contribuito all’organizzazione di alcune mostre fotografiche tra cui FoFu e Vinci Photo Festival.
Attualmente faccio parte del Foto Club Vinci, partecipo alla vita sociale del club e organizzo serate ed eventi in genere.
Titolo del lavoro presentato:
METEORE
Descrizione del lavoro presentato:
“Il paesaggio delle Meteore e la vita ascetica sono due cose molto simili.
La preghiera, la preghiera integra e profonda ha bisogno di qualcosa di simile alle Meteore.
Qualcosa di ruvido e imponente. Ha bisogno di pietra nuda e cielo, molto cielo!”
[Athanasios Kouros]
I monasteri e gli eremi delle Meteore sono, da molti secoli, luogo di preghiera: i primi eremiti arrivarono in questi luoghi già dal dodicesimo secolo, probabilmente provenienti dal Monte Atos dove erano vittime di frequenti attacchi da parte dei turchi. Scelsero questi luoghi proprio per la loro inaccessibilità, che gli offriva riparo dai nemici della fede cristiana e distacco dal mondo.
Il nome deriva dal fondatore, nel 1343 circa, di uno di questi luoghi sacri: Sant’Athanasios Meteorita. “Meteoro” inoltre significa, letteralmente dal greco, alto, sospeso, e niente descrive meglio questo ambiente, sia geografico che umano: sospensione tra cielo e terra, tra realtà materiale ed elevazione spirituale.
E’ ancora un mistero come possano essere stati costruiti, con le tecnologie del tempo, questi edifici: come possano essere stati trasportati e assemblati, sulle vette o sulle pareti di quelle rocce, i materiali edili, le malte cementizie e tutto quanto necessario.
Tra chiese, monasteri sacri ed eremi sono censiti più di quaranta siti, ma di questi ne sono stati restaurati (in maniera forse anche eccessivamente invasiva), e sono visitabili solo sette, di cui sei abitati da monaci e aperti al culto.
Tutto intorno comunque è un susseguirsi di piccole chiese ancora consacrate o diroccate, antiche grotte dimenticate, con scale impraticabili lasciate lì da chissà quanto tempo, raggiungibili solo tramite impervi passaggi se non addirittura buchi nella pietra e visibili solo agli occhi più attenti.
Nubess Digital Partner Circuito Off