Ivan Bignami
Perché e come ho iniziato a fotografare:
Prima perchè sono attratto dalla possibilità di ritagliare (inquadrare) singoli pezzi di mondo e di vita, dando loro un’importanza che prima non avevano. Poi perché ho bisogno di raccontare, utilizzando il “tableau vivant” come mezzo per veicolare domande
Riconoscimenti ottenuti nel campo della fotografia:
- Partecipazione a Paratissima15 ed. 2019, Torino, con la serie "Incomunic-abili", presentata nella collettiva Human Touch curata da Laura Pieri e Paolo Lolicata, vincitori con questa mostra della sezione New Independent Curatorial Experience.
- Pubblicazione portfolio “Incomunic-abili - Un caffè insieme” sul n. 314 (giugno 2019) della rivista Il Fotografo
-Partecipazione al Photofestival Milano 2019 con la serie "Passaggi", esposta dal 21/05 al 01/06 presso la biblioteca Valvassori-Peroni (Mi)
-Partecipazione al Photofestival Milano 2018 con la serie "Incomunic-abili", esposta dal 12/06 al 26/07 presso la biblioteca Valvassori-Peroni (Mi) a seguito della selezione come miglior portfolio 2017
-Finalista Premio Arte Laguna 2018 e seguente collettiva svoltasi presso l'Arsenale di Venezia dal
17 marzo al 6 aprile 2018
-Vincitore Premio Arte 2017 (Cairo Editore) con 3 fotografie della serie "Incomunic-abili", esposte nella collettiva dei finalisti a Palazzo Reale, Milano, dal 24/10/17 al 01/11/17
-semifinalista Premio Lynx 2017 ed esposizione nella collettiva alla Lokarjeva Galerija, Ajdovščina, Slovenia dal 17 novembre al 2 dicembre 2017
-Vincitore della Lettura Portfolio del Photofestival 2017 di Milano e selezionato per esporre il progetto "incomunic-abili (Un caffè insieme)" durante il Photofestival di Milano 2018
-Vincitore del T.I.N.A. Prize 2016 Mosca, selezionato per la mostra presso la Omelchenko Gallery di Mosca, nel marzo 2017
Titolo del lavoro presentato:
"Incomunic-abili – Un caffè insieme”
Descrizione del lavoro presentato:
Il progetto "Incomunic-abili (Un caffè insieme)" indaga il tema delle difficoltà di comunicazione che nascono spesso tra persone che si trovano a vivere insieme per lungo tempo. Le foto sono volutamente posate e a tratti ironiche e surreali, con una voluta ricerca di teatralità, ma le coppie (o le famiglie) sono reali, non sono modelli, e sono stati fotografati dopo aver riportato a galla ricordi di incomprensioni o di brutte abitudini fossilizzate dal tempo. Il gioco si basa sull'espediente del "facciamo come se", dove i soggetti ritratti rappresentano se stessi, in una performance che li rende al tempo stesso attori e spettatori di questi giochi di ruolo che regolano i rapporti sociali e di abitudini fossilizzate dal tempo. Così anche il momento del caffè , espressione italiana di conviviali e socialità, si tramuta in una routine priva di comunicazione.
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