Mario Cucchi
Perché e come ho iniziato a fotografare:
Ha lavorato come direttore creativo per numerose agenzie pubblicitarie di Milano.
Ora, con la fotografia, ho trovato un mezzo che mi consente di esprimermi liberamente,
facendo comunque tesoro del mio passato.
Riconoscimenti ottenuti nel campo della fotografia:
• Premio MIA RAM Sarteano, 2019
• Eisa Maestro, Selezione italiana, 2018
• 2nd Photo Award RDV•I, Strasburgo Francia, 2018
• Vincitore Circuito Off Photoluxfestival, Lucca, 2017
• LICC, London, 2015, Finalista
• Metro Photo Challenge, 2013, Primo nella categoria “View”
• IMAFestival, Museo della Scienza e della Tecnologia, Milan, 2012, Primo Premio
• Premio Speciale TINA MODOTTI, Roma, 2009
• Premio Chatwin, Genova, 2009
Titolo del lavoro presentato:
Ritratti in posa plastica
Descrizione del lavoro presentato:
Ritratti in Posa Plastica.
Una fusione ottica tra uomo e plastica, una fusione che sta diventando
drammaticamente reale.
In ogni ritratto ho fatto muovere davanti al soggetto una bottiglia di plastica accartocciata, scattando con un tempo di posa abbastanza lungo, si realizzava una sorta di fusione tra l’elemento umano e la plastica.
Un effetto pittorico abbastanza drammatico che, secondo me, ben rappresenta il problema che l’abbandono di questo rifiuto sta creando.
Alcuni dati:
Lo sviluppo di migliaia di nuovi prodotti in plastica ha visto una forte accelerazione dopo la seconda guerra mondiale. La profonda trasformazione che ci ha portato nella quotidianità rende impensabile una vita senza plastica.
L’inquinamento da plastica Ë diventato uno dei temi ambientali più pressanti: la produzione di oggetti in plastica usa e getta sta soverchiando la nostra capacità di gestirla.
Spesso le plastiche contengono additivi che le rendono più resistenti e durevoli. Molte di queste sostanze possono prolungare la vita dei prodotti nel momento in cui vengono gettati via. Si stima che alcuni possano durare almeno 400 anni prima di degradarsi.
Il collettore della maggior parte dei rifiuti plastici Ë l’oceano. Se non si interrompe lo sversamento dei rifiuti di plastica, nel 2025 il rapporto tra quantitativo di plastica e pesci sarà di uno a cinque e nel 2050 la percentuale di plastica in mare sarà maggiore
di quella di pesce.
La plastica dispersa nell’ambiente viene ingerita da parte degli animali, marini e non, che a volte finiscono anche sulle nostre tavole. Questo vuol dire che le microplastiche sono presenti nella catena alimentare umana.
Il problema maggiore Ë creato da ciò che il nostro occhio non riesce a percepire: microparticelle di plastica spesse dai 0,3 ai 0,5 millimetri fluttuano nei nostri mari, alterando in modo significativo gli ecosistemi; gli oggetti di plastica, infatti, mano a mano si riducono in frammenti sempre pi˘ piccoli e invisibili ad occhio nudo.
Queste cosiddette microplastiche, diffuse attraverso tutta la colonna d’acqua, sono state trovate in ogni angolo del pianeta, dal Monte Everest, la cima più alta, alla Fossa delle Marianne, la depressione più profonda.
Un essere umano ingerisce fino a 2000 minuscoli frammenti di plastica a settimana, pari a circa 5 grammi, che corrispondono al peso di una carta di credito.
(Studio della Università di Newcastle in Australia)
Le microplastiche potrebbero essere presenti nel 50% della popolazione mondiale.
Le particelle si accumulano nell’intestino, le più piccole possono entrare nel circolo sanguigno, nel sistema linfatico e possono persino raggiungere il fegato. (Studio della Università di Vienna)
Le microfibre plastiche sono state trovate pure nei sistemi idrici cittadini che forniscono acqua potabile e fluttuano anche nell’aria.