Serata didattica con Marisa Prete

Le immagini della Shoah


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Venerdì 29 Gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, Marisa Prete ci parlerà della Shoah attraverso le molte immagini dell'epoca che la documentano. Queste le sue parole:


Le immagini della Shoah.


Raccontare il genocidio attraverso le sue fonti visive


La Shoah è stato un evento che ha segnato dei limiti e che ci ha imposto il dovere di ripensare l’immagine e la sua condizione, mettendo addirittura in discussione l’opportunità stessa di produrne e mostrarne: le immagini sembrano inadeguate a esprimere quegli eventi nella loro essenza, si ha l’impressione di minimizzare qualcosa che non si può ridurre a semplice immagine.


Una fotografia è sempre una traccia parziale, bidimensionale, non ha suono, non ha odore. Può farci vedere qualche indizio, ma non può darci un ricordo reale. E allora, le immagini sono inutili per costruire la nostra memoria della Shoah?


Questo è il punto di forza su cui fanno leva i sostenitori della “teoria” secondo cui Auschwitz è evento privo di immagini, dal momento che le immagini shock che sono state mostrate di anno in anno per ricordare l’evento, alla fine sono diventate solo delle icone standardizzate e per nulla veritiere rispetto a quanto accaduto. La conseguenza di questo modo di fare è stata quella di abituare la gente a tale tipo di raffigurazione: hanno reso quelle immagini familiari, tanto che a mano a mano si è generato un processo che ha portato in un certo senso alla tolleranza di quelle azioni, le ha normalizzate e banalizzate.


Il nodo centrale della riflessione verte non tanto su cosa guardiamo, ma su come lo guardiamo. Abbiamo perso la capacità di saper guardare, nel senso di osservare con attenzione riflettendo e formulando un giudizio reale su quanto vediamo. Dunque dobbiamo imparare di nuovo a guardare smettendo di dare per scontato ciò che ci cade sotto gli occhi, cercare di capire cosa possono comunicarci attraverso i limiti in cui sono forzatamente imprigionate: non rappresentano infatti quella realtà, ma sono dei frammenti che bisogna sforzarsi di cogliere e “ascoltare” come facciamo con le testimonianze.


E allora, non è vero che Auschwitz sia indicibile e inimmaginabile: se si appoggia ciecamente questa tesi si rischia di favorire indirettamente quello che era il disegno nazista, ovvero la cancellazione di tutte le tracce dello sterminio. Occorre invece capire come poter raccontare e come poter ascoltare, come poter mostrare e come poter vedere. Perché è vero che le immagini sono limitate e non possono raccontare tutto, ma qualcosa sì, possono mostrarcelo.


La serata inizierà alle ore 21 su piattaforma Zoom. Potete richiedere il link per la connessione alla mail info.weloveph@gmail.com

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