Apri il menù
Circuito off
Edizione 2022
Edizione 2020
Edizione 2019
Edizione 2018
Edizione 2017
Edizione 2016
Edizione 2015
Edizione 2014
Edizione 2013
La storia
La nostra filosofia
Eventi
Cosa vi siete persi
L'Acqua e la città
WeLovePHoto&Light 2017
WeLovePHoto&Light 2018
WeLovePHoto&Light 2019
WeLovePHoto&Light 2021
WeLovePHoto&Light 2022
WeLovePhoto&Light 2023
Amici e Collaborazioni
Contatti
Soci
Uberto Pinferi
Paolo Bini
Giuseppe Leonardi
Alessandra Fava
Angelo Moscarino
Aurora Darianna Martini
Enrico Barbieri
Francesco Paolo Ferrandello
Laura Menesini
Letizia Ronconi
Mariano Stellatelli
Paolo Cecchini
Silvio Da San Martino
We Love PH
Serata didattica con Marisa Prete
Le immagini della Shoah
*********************************
Venerdì 29 Gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, Marisa Prete ci parlerà della Shoah attraverso le molte immagini dell'epoca che la documentano. Queste le sue parole:
Le immagini della Shoah.
Raccontare il genocidio attraverso le sue fonti visive
La Shoah è stato un evento che ha segnato dei limiti e che ci ha imposto il dovere di ripensare l’immagine e la sua condizione, mettendo addirittura in discussione l’opportunità stessa di produrne e mostrarne: le immagini sembrano inadeguate a esprimere quegli eventi nella loro essenza, si ha l’impressione di minimizzare qualcosa che non si può ridurre a semplice immagine.
Una fotografia è sempre una traccia parziale, bidimensionale, non ha suono, non ha odore. Può farci vedere qualche indizio, ma non può darci un ricordo reale. E allora, le immagini sono inutili per costruire la nostra memoria della Shoah?
Questo è il punto di forza su cui fanno leva i sostenitori della “teoria” secondo cui Auschwitz è evento privo di immagini, dal momento che le immagini shock che sono state mostrate di anno in anno per ricordare l’evento, alla fine sono diventate solo delle icone standardizzate e per nulla veritiere rispetto a quanto accaduto. La conseguenza di questo modo di fare è stata quella di abituare la gente a tale tipo di raffigurazione: hanno reso quelle immagini familiari, tanto che a mano a mano si è generato un processo che ha portato in un certo senso alla tolleranza di quelle azioni, le ha normalizzate e banalizzate.
Il nodo centrale della riflessione verte non tanto su cosa guardiamo, ma su come lo guardiamo. Abbiamo perso la capacità di saper guardare, nel senso di osservare con attenzione riflettendo e formulando un giudizio reale su quanto vediamo. Dunque dobbiamo imparare di nuovo a guardare smettendo di dare per scontato ciò che ci cade sotto gli occhi, cercare di capire cosa possono comunicarci attraverso i limiti in cui sono forzatamente imprigionate: non rappresentano infatti quella realtà, ma sono dei frammenti che bisogna sforzarsi di cogliere e “ascoltare” come facciamo con le testimonianze.
E allora, non è vero che Auschwitz sia indicibile e inimmaginabile: se si appoggia ciecamente questa tesi si rischia di favorire indirettamente quello che era il disegno nazista, ovvero la cancellazione di tutte le tracce dello sterminio. Occorre invece capire come poter raccontare e come poter ascoltare, come poter mostrare e come poter vedere. Perché è vero che le immagini sono limitate e non possono raccontare tutto, ma qualcosa sì, possono mostrarcelo.
La serata inizierà alle ore 21 su piattaforma Zoom. Potete richiedere il link per la connessione alla mail info.weloveph@gmail.com
Commenti
Accedi o Registrati
subito per pubblicare un commento
We Love PH - via Acquarella trav. 1, 38 - Santa Maria del Giudice - 55100 Lucca
Note legali
Termini e condizioni
Privacy Policy
Credits
Condividi